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Quando la gentilezza degli estranei salva una vita: la storia di una ragazza di Cantù che ha ritrovato se stessa dopo il dolore sul lavoro

Due mesi fa, in un supermercato della zona di Cantù, una giovane donna ha avuto un’improvvisa crisi di pianto tra gli scaffali, scaturita da difficoltà legate al lavoro. Chi si trovava lì quel giorno non è passato oltre senza fermarsi. Un ragazzo le si è avvicinato, due ragazze l’hanno seguita con attenzione, e una farmacista le ha parlato con gentilezza. Sono stati piccoli gesti, ma abbastanza per farle capire che non era sola in quel momento.

Oggi la stessa ragazza è tornata a scrivere nel gruppo Facebook “Sei di Cantù se…” per raccontare cosa è successo dopo. Ha scelto parole semplici e sincere, che hanno commosso centinaia di persone, mantenendo però la propria privacy.

Nel suo messaggio ha scritto: “Sono la ragazza che due mesi fa ha pianto nel reparto farine del supermercato a causa di problemi sul lavoro. Voglio ringraziare il ragazzo che mi è stato vicino in quell’istante difficile e dirgli che ho superato quel periodo. Ho dato le dimissioni e trovato un nuovo impiego! Grazie anche alle due ragazze che mi hanno osservato da lontano e alla farmacista per la loro gentilezza. Sono stati il lato più bello, grande e soprattutto umano di quel momento. Mi hanno fatto capire che la bontà esiste ancora.”

Alla fine del suo post, ha aggiunto una frase che racchiude tutta la sua esperienza: “Non vale la pena sacrificare la propria salute, fisica e mentale, per un lavoro. Arrendersi a volte può essere una vittoria.”

Da allora, il gruppo si è riempito di messaggi che parlano di solidarietà, empatia e dolore condiviso. Qualcuno ha scritto: “Quando si chiude una porta, si apre un portone.” Un altro ha commentato: “Un po’ di gentilezza, sensibilità e comprensione, soprattutto da estranei, sono confortanti e, fortunatamente, ancora esistono.” Una donna ha aggiunto: “Che bel finale, sono davvero felice per te. La vita e la salute sono tesori troppo preziosi per essere sprecati.”

Tra tanti messaggi di speranza, però, è arrivata anche una voce più silenziosa e straziante: “Purtroppo io non riesco a trovare la forza come te. Lavoro da vent’anni in un ristorante e non sai quanto è dura ogni mattina entrare lì e sentire il peso dell’angoscia.”

Parole che colpiscono il cuore, perché ricordano quanto la fragilità sia una realtà vicina a tutti noi.

Eppure, tra difficoltà e silenzi, resta il segno di una piccola umanità che resiste: un abbraccio, uno sguardo, un messaggio scritto per dimostrare che la bontà esiste ancora. E viene percepita.