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“Inverigo, polemica sulla rimozione dello striscione ‘Pace’ alla scuola Don Gnocchi: quando il valore universale diventa controversia”

Nei primi giorni di ottobre 2025, un cartellone rosso con la scritta “Pace”, realizzato dai bambini di quarta elementare della scuola primaria Don Gnocchi di Inverigo, è stato tolto dalla recinzione della scuola su richiesta dell’amministrazione comunale. I bambini, di soli nove anni, avevano realizzato il cartellone nell’ambito di un progetto didattico, scegliendo di scrivere la parola in bianco su sfondo rosso perché, spiegano i genitori, “il rosso rappresenta l’amore”.

Il messaggio non conteneva simboli o riferimenti politici, ma voleva semplicemente trasmettere un desiderio universale. Secondo quanto riportato da La Provincia, sarebbe stato il sindaco Francesco Vincenzi a chiamare la dirigente scolastica per chiedere la rimozione del cartellone.

Il sindaco ha chiarito che non si trattava di censura, ma di rispetto delle norme e di sicurezza: la recinzione della scuola, ha detto, “non è una bacheca” e le opere dei bambini dovrebbero essere esposte all’interno dell’edificio. Inoltre, ha aggiunto, permettere esposizioni all’esterno potrebbe aprire la porta a richieste di affissioni di ogni tipo in futuro.

La rimozione, però, ha lasciato sorpresi gli studenti e ha causato disappunto tra le famiglie, le quali hanno scritto al Comune per esprimere la loro contrarietà, ritenendo l’intervento un’ingerenza su un’iniziativa educativa e innocente.

Molti genitori e cittadini hanno sottolineato che la parola “pace” rappresenta un valore universale che dovrebbe unire piuttosto che dividere. Anche il gruppo di minoranza consiliare “Inverigo 2021” si è schierato a favore della scuola, definendo la rimozione una azione contraria a un principio universale e sancito dalla Costituzione.

In un post su Facebook, Vittorio Colombo ha affermato che “la neutralità, se riguarda valori fondamentali, non è una virtù, ma una resa”. Ha aggiunto che la scuola non può rimanere neutrale davanti alla parola “Pace”, poiché essa è espressamente contenuta nella Costituzione italiana, che al suo articolo 11 condanna la guerra.

Colombo ha poi ricordato che la scuola è intitolata a don Carlo Gnocchi, “un uomo di pace, ma mai neutrale”: come cappellano degli alpini, dopo la ritirata di Russia, scelse di aiutare partigiani e perseguitati, rischiando la propria vita. Per molti, rimuovere uno striscione con la scritta “Pace” da una scuola dedicata a lui è stato percepito come un paradosso e una contraddizione educativa e morale.