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Como dice addio a Nanda Vago, 35 anni di dedizione silenziosa al cuore del Comune

Un tratto di Palazzo Cernezzi si è fermato oggi per esprimere gratitudine. Nanda Vago, una dipendente storica del Comune di Como, ha salutato i colleghi e gli uffici nell’ultimo giorno di lavoro, il 30 settembre 2025, dopo aver dedicato 35 anni esatti al servizio pubblico. Iniziò la sua carriera nel 1990, durante l’amministrazione del sindaco Felice Bernasconi: “Avevo una macchina da scrivere elettronica, un fax che faceva rumori strani e tanti fascicoli cartacei. Il digitale era solo fantascienza, ma le persone erano già al centro”, racconta con un sorriso.

Dopo aver superato una selezione come agente di polizia locale, Nanda ha indossato per un periodo la divisa. Successivamente il Comune l’ha voluta nuovamente a Palazzo Cernezzi, dove è diventata un punto di riferimento per assessori e giunte di ogni colore politico. “Non ho mai contato quanti assessori sono passati dal mio ufficio. So solo che mi hanno sempre rinnovato la fiducia: per me è stato il segno più importante”.

Nel corso degli anni ha assistito a sei cambi di sindaci, attraversando momenti di crescita e anche fasi complicate. È stata segretaria di Fulvio Caradonna ai Lavori pubblici nei giorni vivaci della questione del “muro” sul lungolago, quando la città si confrontava animatamente sul cantiere e la perdita di vista del lago. “Ho imparato che dietro ogni pratica amministrativa c’è una città che attende risposte. Anche nei momenti più difficili, il mio compito era ascoltare, mettere insieme i pezzi e far procedere i processi”.

Le sfide più dure sono state rappresentate dalle emergenze, non solo dalle normali controversie amministrative. “Gli anni più complicati sono stati quelli più recenti”, ammette. “Il Covid ha sconvolto i ritmi quotidiani e le emozioni: uffici vuoti, telefoni sempre accesi, famiglie disperate. Poi è arrivata l’emergenza Ucraina: bisognava trovare alloggi per i profughi, ogni nome raccontava una storia, ogni posto letto era una corsa contro il tempo. Non è stata solo fatica pratica, ma soprattutto un fardello emotivo. Spesso tornavo a casa portandomi dietro gli sguardi di quelle persone”.

Oggi Nanda lascia un Comune molto più tecnologico: procedure digitali, firme elettroniche, archivi condivisi. “Ricordo i primi timbri manuali sul protocollo, le rubriche di carta e le copie carbone. Ora tutto questo sembra lontanissimo. Però la tecnologia rimane uno strumento: ciò che conta sono le relazioni umane. È da lì che un ufficio diventa una vera comunità”.

Nei corridoi del Municipio, Nanda sarà ricordata come “la segretaria capace di anticipare le necessità, smussare le tensioni e mantenere il ritmo”, dicono i colleghi. Lei, come sempre, si mostra umile: “Il Comune non è mai una sola persona: è un gruppo. Se in questi anni ho fatto bene, è perché non sono mai stata da sola”.

Si chiude così un capitolo, ma non una storia. “Porto con me tutta la città: i silenzi del mattino, le riunioni interminabili, le urgenze dell’ultimo minuto, i piccoli ringraziamenti sussurrati allo sportello. Resto una cittadina innamorata di Como e continuerò a sostenere chi ogni giorno prova a farla funzionare”.

Oggi Como saluta Nanda Vago con l’affetto che si riserva alle presenze preziose: quelle che non appaiono nei manifesti ma sostengono le giornate. E che, quando vanno in pensione, lasciano in eredità la cosa più importante: un esempio da seguire.